martedì 12 giugno 2012

Idropisia


Per capire che cosa è l'idropisia bisogna comprendere che cosa è la regolazione osmotica dei pesci.
La regolazione osmotica consente al pesce il mantenimento costante dell'equilibrio fra ambiente interno ed esterno, in quanto si tratta di ambienti con concentrazione salina differente.

Pesci marini e d'acqua dolce si trovano a dovere controbilanciare fenomeni opposti, pertanto li tratterò separatamente:

  • pesci marini hanno una concentrazione interna di sali circa del 30% inferiore rispetto a quella dell'acqua di mare, di conseguenza tendono a perdere acqua per osmosi (sembra strano ma rischiano la disidratazione) attraverso le branchie. Per contrastare questo fenomeno ingeriscono continuamente grandi quantità di acqua marina.
  • i pesci d'acqua dolce presentano nei tessuti una concentrazione di sali maggiori rispetto a quella dell'acqua che li circonda. Per evitare che i propri liquidi corporei subiscano un'eccessiva diluizione, son costretti ad espellere grandi quantità di acqua attraverso i reni (la loro urina è più abbondante e diluita rispetto a quella dei pesci marini).
Veniamo ora all'idropisia. La causa sono i batteri della specie Aeromonas e Pseudonomas, normalmente presenti nei nostri acquari. L'infezione scatta quando le difese immunitarie del pesce sono inadeguate, generalmente per stress di vario genere (acqua inquinata, valori inadatti, affollamento, presenza di specie incompatibili, rapporto maschi/femmine scorretta, alimentazione poco varia,...). L'attacco batterico induce la degenerazione degli organi interni che secernono liquidi, in tale quantità da portare il corpo a gonfiarsi (la patologia è infatti nota anche come "ascite"). I reni non funzionano più nella maniera corretta, impedendo al pesce di espellere acqua, rendendo difficoltosa l'osmoregolazione: il pesce si gonfia sempre più fino al sollevamento delle squame.
I reni compromessi non consentono al pesce neanche di espellere adeguatamente eventuali medicine somministrate, che dunque si accumulano nel suo corpo, danneggiandolo ulteriormente.
Tipica forma a pigna dell'Idropisia:
ventre gonfio e squame sollevate.
Di qui l'estrema difficoltà nel curare questa patologia, le possibilità di riuscita si riducono ogni giorno che passa: bisogna agire prontamente.

Oltre al ventre gonfio e squame rialzate (classica "forma a pigna"), l'idropisia può presentare altri sintomi dovuti ad infezioni batteriche concomitanti, quali: esoftalmo, rigonfiamento della zona anale, ulcere, corrosione delle pinne, sbiancamento della livrea, ...

Il pesce va isolato in una vaschetta senza filtro, con acqua pulita, biocondizionata, alla stessa temperatura dell'acquario di provenienza, aeratore acceso. Ovviamente meno litri si hanno a disposizione, più sarà necessario effettuare dei cambi d'acqua e reintegrare il medicinale in base ai litri prelevati (generalmente si effettua un cambio del 50% dopo 3 giorni). Si consiglia inoltre di aspirare le feci e i residui di cibo mediante una siringa senza ago: il pesce va tenuto in un ambiente assolutamente pulito.
Durante la terapia bisogna somministrare poco mangime con una goccia di vitamine una volta al giorno a giorni alterni, per non affaticare ulteriormente i reni del pesce.

Riporto tre rimedi di cui ho avuto esperienza diretta:

BAYTRIL (antibiotico ad uso veterinario):
- 2 ml di Baytril 2,5% iniettabile ogni 20 litri d'acqua al giorno per 5 giorni.
- oppure 15 mg ogni 10/15 litri per 5 giorni.

AMBRAMICINA (antibiotico ad uso umano):
15/20 mg ogni litro d'acqua per 5 giorni, ogni giorno reintegrare il medicinale. Le capsule (da 250 mg) vanno aperte con le dita e bisogna sciogliere la polvere gialla che c'è all'interno in acqua. Con l'aeratore la medicina fa schiuma, va tolta con la carta assorbente ed eventualmente ridotta la potenza dell'aeratore.

BAKTOPUR DIRECT (medicinale per pesci non più in vendita in Italia, lo trovate on line):
1 pastiglia ogni 50 litri (va precedentemente sciolta in un bicchiere e poi versata nella vaschetta), trascorsi 3 giorni è necessario effettuare un cambio del 50% dell'acqua.

Con tutti e tre questi medicinali, quando c'è da frazionare la compressa, se non si dispone di un bilancino di precisione, è conveniente sciogliere la compressa in un quantitativo d'acqua noto e prelevare la percentuale che serve utilizzando la seguente equazione:

compressa intera : quantitativo d'acqua noto = mg che servono : quantitativo d'acqua da prelevare

ES: se di una cpr 50 mg ti servono 15 mg, scioglierai la compressa in 100 ml di acqua e sarà
50 : 100 =15 : X
X = (100*15)/50 = 30
dovrai prelevare 30 ml.

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